Signore e signori, non sono morto.Dopo la patentesi estiva, per la quale spero non mi biasmiate, ritorna la rubrica Fresco di celluloide. E quale modo migliore per ritornare se non con uno dei film che io e tutti i veri amanti del cinema attendevano di più quest'anno? Crimes of the Future segna il ritorno sul grande schermo del maestro David Cronenberg dopo otto anni di assenza. Quasi un decennio dopo il meraviglioso Maps to the Stars, il re indiscusso del body horror torna sui suoi passi, e ci regala una perla rara reminescente dei suoi primi lavori (il titolo, non a caso, è lo stesso di una delle sue prime pellicole, della quale però non costituisce un remake). Descrivere un'opera come Crimes of the Future è impresa ardua, com'è arduo rendere a parole la maggior parte della filmografia cronenberghiana. Forse il modo migliore per parlarne senza rivelare troppo è proprio in relazione ai lavori che l'hanno preceduta. Cronenberg torna al cinema nel modo migliore, cioè tornando contemporaneamente allo stravolgimento del corpo, più dichiarazione filosofico-sociale che mero mezzo per disgustare e inquietare. I tempi sono dilatati, l'azione è ridotta al minimo, e a trasmettere la poetica cara all'autore canadese sono, come sempre, la straordinaria costruzione delle immagini, dove regia e scenografie si compenetrano e si fanno l'una completamento dell'altra, e le musiche, ennesimo felice risultato della collaborazione tra il maestro e il grande compositore Howard Shore, presente fin dai tempi del magnifico The Brood. Le straordinarie interpretazioni di Viggo Mortensen e Léa Seydoux fanno il resto, e persino un'attrice come Kristen Stewart, che ho sempre trovato insopportabile persino in Café Society di Woody Allen, riesce a fare un buon lavoro. Per concludere, vi ripeto che come al solito le parole con Cronenberg servono a poco, e il modo migliore per assaporare la sua ultima fatica è quella di invsdere le sale (le poche in cui il film è stato distribuito...) e goderne appieno. Vi ritroverete tutti gli stilemi e le suggestioni tipiche di uno dei più grandi maestri dell'horror viventi. A presto!
giovedì 22 settembre 2022
FRESCO DI CELLULOIDE: CRIMES OF THE FUTURE, IL GRANDE RITORNO DI DAVID CRONENBERG
Signore e signori, non sono morto.Dopo la patentesi estiva, per la quale spero non mi biasmiate, ritorna la rubrica Fresco di celluloide. E quale modo migliore per ritornare se non con uno dei film che io e tutti i veri amanti del cinema attendevano di più quest'anno? Crimes of the Future segna il ritorno sul grande schermo del maestro David Cronenberg dopo otto anni di assenza. Quasi un decennio dopo il meraviglioso Maps to the Stars, il re indiscusso del body horror torna sui suoi passi, e ci regala una perla rara reminescente dei suoi primi lavori (il titolo, non a caso, è lo stesso di una delle sue prime pellicole, della quale però non costituisce un remake). Descrivere un'opera come Crimes of the Future è impresa ardua, com'è arduo rendere a parole la maggior parte della filmografia cronenberghiana. Forse il modo migliore per parlarne senza rivelare troppo è proprio in relazione ai lavori che l'hanno preceduta. Cronenberg torna al cinema nel modo migliore, cioè tornando contemporaneamente allo stravolgimento del corpo, più dichiarazione filosofico-sociale che mero mezzo per disgustare e inquietare. I tempi sono dilatati, l'azione è ridotta al minimo, e a trasmettere la poetica cara all'autore canadese sono, come sempre, la straordinaria costruzione delle immagini, dove regia e scenografie si compenetrano e si fanno l'una completamento dell'altra, e le musiche, ennesimo felice risultato della collaborazione tra il maestro e il grande compositore Howard Shore, presente fin dai tempi del magnifico The Brood. Le straordinarie interpretazioni di Viggo Mortensen e Léa Seydoux fanno il resto, e persino un'attrice come Kristen Stewart, che ho sempre trovato insopportabile persino in Café Society di Woody Allen, riesce a fare un buon lavoro. Per concludere, vi ripeto che come al solito le parole con Cronenberg servono a poco, e il modo migliore per assaporare la sua ultima fatica è quella di invsdere le sale (le poche in cui il film è stato distribuito...) e goderne appieno. Vi ritroverete tutti gli stilemi e le suggestioni tipiche di uno dei più grandi maestri dell'horror viventi. A presto!
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