mercoledì 17 novembre 2021

BRONX, DI ROBERT DE NIRO

Fin da quando mi sono appassionato al cinema, ho sempre amato i gangster movie.
Film come Il padrino, Quei bravi ragazzi e Pulp Fiction sono tra i miei preferiti in assoluto, ed ho amato serie come I Soprano e, perché no, Breaking Bad per avermi dimostrato che anche la televisione è stata in grado di regalare vere e proprie perle a questo filone.
Ma oggi voglio parlarvi di un film appartenente al sottobosco del mondo gangster, sicuramente un cult, ma mai osannato e ricordato come gli esempi che ho appena citato.

Bronx è un gangster movie considerato spesso “minore”. Eppure segna l'esordio dietro la macchina da preso di un gigante come Robert De Niro, tra gli interpreti maggiormente associati al genere, qui coprotagonista insieme a un grande caratterista come Chazz Palminteri, autore anche dell'opera teatrale A Bronx Tale, da cui il film è tratto.

Ispirata dalla vera infanzia del suo autore, si tratta di una storia piccola, quasi una parabola, incorniciata all'interno di una via di un quartiere di New York, in cui piccoli boss della malavita locale incrociano la vita di un giovane italo-americano come tanti e del suo premuroso padre. I rapporti tra tutti questi personaggi vengono descritti splendidamente nella sceneggiatura di Palminteri, in particolare il bellissimo legame tra il personaggio di De Niro (il padre) e suo figlio Calogero, interpretato da adolescente da Lillo Brancato e da piccolo dall'ottimo attore bambino Francis Capra. E forse è un caso, ma in questo contesto apparentemente molto classico fatto di mafiosi dai soprannomi caratteristici, sparatorie nel mezzo della strada e disagio giovanile, è proprio lo spirito di Frank Capra (il regista) che sembra permeare il tutto, quando notiamo che ciò che trova più spazio in questa storia che dovrebbe parlare di mafia sono i rapporti umani. Non solo quello tra Calogero e suo padre, ma tra Calogero e Jane, la ragazza di colore di cui si innamora, che gli autori calano coraggiosamente un contesto socio-politico, quello degli anni '60, caratterizzato da tensioni razziali particolarmente intense: altro aspetto centrale del film è infatti quello dell'integrazione, di come una città all'apparenza moderna come la New York del 1968 sia in realtà ancora pienamente calata nella concezione ufficiosamente segregazionista che forse, ahimè, non è ancora stata del tutto debellata. È in

Francis Capra e Robert De Niro
teressante come in questo film la città sembri divisa fra italoamericani e afroamericani, in uno scontro culturale che sembra destinato a vedere tutti perdenti, in un America che, a dispetto della sua accattivante facciata, non fa sconti per nessuno.
De Niro apprende certamente dai maestri che hanno forgiato la sua carriera fino a quel punto, ma forse l'influenza che più si sente, ancor più di Scorsese o Coppola, è quella di Sergio Leone e del suo
C'era una volta in America, con una scena in particolare (a voi scoprire quale) che rimanda inevitabilmente a uno dei momenti di più alto pathos del capolavoro di Leone. Per la sua regia d'esordio De Niro mette da parte il virtuosismo per concentrarsi brillantemente sulle azioni, non della scena ma dei personaggi, e tutte le conseguenze che tali azioni comportano verso di loro e chi gli sta intorno.


Gli splendidi dialoghi e la splendida voce narrante del protagonista Calogero, uniti a interpretazioni magistrali (con tanto di cameo illustre sul finale) e alla tipica colonna sonora a base di swing, doo-wop e blues, rendono
Bronx un film straordinario, sicuramente atipico per il genere, ma che riesce a mio parere a catturarne uno degli aspetti fondamentali alle volte trascurato. Robert De Niro dedica significativamente il film al padre, all'epoca appena scomparso, e regala a noi spettatori una piccola perla poco nota e poco celebrata, un affresco lucido e candido di una realtà poco lucida e tutt'altro che candida.


Dati tecnici


Regia: Robert De Niro

Anno: 1993

Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Casa di produzione: Savoy Pictures

Fotografia: Reynaldo Villalobos

Musiche: Butch Barbella